domenica 25 marzo 2012

Respiro

Da piccolo mi divertivo a buttare oggetti sul fondo della piscina e recuperarli nel più breve tempo possibile. Scendere in apnea, sentire la pressione nelle orecchie, trattenere fino allo spasimo il respiro. La sensazione stupenda della risalita, quando con la bocca spalancata riprendi fiato. Mi é sempre piaciuta quella sensazione. Una botta di adrenalina, una risalita verso la vita. Nutrimento fresco e puro per un bambino.

Da grande non ho perso il vizio. Solo che le discese in apnea e le risalte verso l'aria sono più che altro metaforiche. Discese in picchiata. Di quelle che fanno male, di quelle capaci di toglierti il fiato. Quelle discese che fai in una sorta d'incoscienza, perché ci avevi messo l'anima ma nonostante tutto crolla e frana il tuo castello di sogni.

Restare sul fondo. Molte volte l'ho pensato. Stavolta non ce la farò, rimango qui. Planare in picchiata verso l'abisso e crogiolarsi in un senso di sconfitta e di impotenza é una forte tentazione. Ammetto di averlo fatto  a volte. Mi appiccicavo addosso l'etichetta di sfigato e me ne stavo sul fondo. Giusto per cercare qualche parola di conforto che mi aiutasse a restare saldamente a picco. Come un'ancora che non ne vuole sapere di risalire.

Alla lunga il fondo però stanca. Non ce la faccio, non é da me. Allora la smetto di vedere il nero che mi circonda e inizio a sentire la luce e l'energia attorno a me. Ho di nuovo voglia di respirare. Ci sono due situazioni che possono salvarti, o che di solito m'hanno salvato.

O cerchi dentro di te la forza di risalire o qualcuno ti tende una mano per uscire dal pantano. E devi essere, in entrambi, le occasioni pronto a risalire su. Ultimamente sono finito a fondo. Pensavo che mettere speranze, progetti, ambizioni in una persona non valesse più nulla. Tempo perso. Stupido, stupido, stupido. Come ogni volta, come sempre.

E me ne stavo sul fondo, con nessuna voglia di risalire. Guardando gli altri fare grandi discorsi sulla vita e snobbandoli da cinico stronzo. Ma ho la scorza molle: la mia si buca e si scioglie facilmente. In fondo sono un povero stronzo buono.

Mi piace la sensazione di quest'ennesima mano che mi tira su per farmi respirare. Mi piace pensare di avere qualcuno che ti pensa. Mi piace pensare a mille cose da fare. Mi piace pensare a un sole che splenda per due.
Stupido, stupido, stupido. Ancora una volta. Ma intanto risalgo. E respiro, finalmente!

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